I danni economici dei crimini informatici

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10 Novembre, 2021

 

Crimini informatici: a livello globale pari a 6% del Pil mondiale, per il Rapporto Clusit i danni devastanti sono passati dal 49% al 74%.

Roma – Quella della cybersicurezza è «un’emergenza globale» che ha «impatti profondi su ogni aspetto della società e della geopolitica» e danni economici stimati «pari a oltre il 6% del Pil mondiale». E’ il grido d’allarme contenuto nel Rapporto Clusit relativo al primo semestre 2021, riferito alla situazione mondiale.

Ci sono stati il 24% in più di attacchi gravi, quelli con effetti «molto critici o devastanti» sono passati dal 49% al 74%. Per l’Italia «auspichiamo che il Pnrr possa rappresentare l’occasione di mettersi al passo e colmare le proprie lacune anche in ambito cyber», dice Andrea Zapparoli Manzoni, co-autore del Rapporto. Il Rapporto di Clusit, l’Associazione Italiana per la sicurezza informatica, include anche l’analisi degli attacchi in Italia, svolta da Fastweb: ha registrato nel semestre considerato 36 milioni di eventi malevoli, in aumento del 180% rispetto allo stesso periodo del 2020. A livello mondiale, secondo i ricercatori, nel primo semestre 2021 sono aumentati del 21% gli attacchi gravi compiuti per finalità di Cybercrime, cioè per estorcere denaro (rappresentano l’88% del totale). In diminuzione, invece, quelli classificati come attività di Cyber Espionage (-36,7%), dopo il picco straordinario del 2020 dovuto principalmente allo spionaggio relativo allo sviluppo di vaccini e cure per il Covid-19. Tra le tecniche d’attacco il ‘malware’ mostra i numeri maggiori: rappresenta il 43% del totale, in crescita del 10,5%. A seguire le tecniche sconosciute (categoria “Unknown”), in aumento del 13,9% sul secondo semestre 2020; crescono dell’11,6% gli attacchi gravi condotti con «tecniche multiple». In termini percentuali la categoria più colpita è ‘Government’ che rappresenta il 16% del totale; al secondo posto ancora la Sanità con il 13% degli attacchi totali, al terzo ‘Multiple Targets’, che in questo semestre rappresenta il 12% delle vittime. Quest’ultima registra una diminuzione perché, spiega il Clusit, «siamo di fronte a un cambio di strategia da parte degli attaccanti» che privilegiano «attacchi gravi mirati verso singoli bersagli» con tecniche di tipo ransomware aggravata dalla ‘double extortion’, cioè della minaccia di diffondere i dati rubati alle vittime qualora non paghino il riscatto. Riguardo la distribuzione geografica degli attacchi, nel primo semestre del 2021 sono aumentati del 10% quelli verso realtà basate in Europa, mentre rimangono invariate le percentuali di vittime di area americana e asiatica.

(Fonte: Ansa)

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