SMART TOYS ED ORCHI DIGITALI

Articolo pubblicato su  "www.isernianews.it"  il   03-12-2017

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(Le "spie” che nessuno vorrebbe tenere in casa)

Giocattoli: a chi non piacciono? Bambini e adulti ne sono attratti come le falene dalla luce. Il gioco è sempre stato un momento importante per ogni essere vivente. Un’occasione di crescita, di scoperta. Ogni età ha i suoi giochi e i suoi giocattoli preferiti. L’evoluzione tecnologica, poi, ne ha portati di nuovi: sempre più futuristici e performanti.

I giocattoli del futuro vengono chiamati ‘Smart Toys’ e sono lo strumento ideale per avvicinare i ragazzi di tutte le età al mondo della robotica, dell’informatica, della cibernetica e della scienza in generale. Gli Smart Toys sono dotati di luci, di sensori di prossimità e di movimento, molti devono essere assemblati dal giocatore e tutti possono essere programmati e gestiti via wireless o via bluetooth con smartphone e tablet. I giocattoli ‘intelligenti’ arricchiscono l’esperienza del gioco, facilitando e sviluppando l’apprendimento di materie e concetti non sempre facili da capire. Così, tra orsetti parlanti, apine che gironzolano su percorsi prestabiliti e robot pieni di servomotori, le nuove generazioni passano i più bei momenti del loro tempo libero. Ma simili giochi sono sicuri? Chi crea un giocattolo in grado di parlare, di video riprendere tutto ciò che lo circonda, di profilare le abitudini e i gusti di chi ci gioca e di collegarsi a Internet o ad uno smartphone, ha pensato a proteggerne il software di gestione da accessi non autorizzati?

Secondo diverse organizzazioni di consumatori, la risposta a questa domanda è negativa. Per la ‘Organización de Consumidores y Usuarios’ spagnola, la ‘Stiftung Warentest’ tedesca e la ‘Which?’ inglese, molti Smart Toys possono essere facilmente utilizzati da terzi per raccogliere informazioni personali e riuscire ad adescare i giocatori più piccoli e ingenui. Dai test effettuati, molti di questi giocattoli utilizzano connessioni del tutto prive di protezioni o di password, rendendoli, di fatto, vulnerabili ad attacchi di tipo info-telematico. Molti Smart Toys raccolgono, senza l’esplicito consenso dei genitori, numerose e importanti informazioni: come date di nascita, geolocalizzazioni, consuetudini e perfino una mappatura dettagliata degli ambienti domestici dentro cui il giocattolo viene fatto muovere. Alcuni permetterebbero anche di scambiare messaggi testuali o vocali, messaggi che, però, possono essere facilmente intercettati e alterati da terzi che si trovano nelle loro vicinanze. Insomma, i tradizionali strumenti crittografici solitamente presenti a protezione delle diffuse tecnologie informatiche e comunicative sono totalmente assenti in molti Smart Toys.

Quel che è peggio, però, è che non sembra esserci (fino ad oggi) alcuna volontà, da parte delle aziende produttrici, a investire nel settore della sicurezza digitale, dotando questi giocattoli di adeguati sistemi di protezione telematica. A nostro parere, un giocattolo dovrebbe essere reso ‘sicuro’ anche sotto questo particolare profilo e ritirato immediatamente dal mercato non solo quando si dimostra essere di cattiva fattura e pericoloso per la salute del bambino, ma anche quando è privo di qualsiasi difesa ‘logica’, trasformandosi in un prezioso strumento per pedofili e approfittatori. Il consiglio che sentiamo di dare a tutti coloro (genitori e non) che intendono acquistare uno Smart Toys in vista del prossimo Natale, non può che essere quello di controllarne anche le modalità di funzionamento e la tipologia di connessione utilizzata, assicurandosi che esso permetta al giocatore di settare proprie password diverse da quella impostata di default dalla fabbrica. Sarebbe bene, inoltre, evitare di inserire informazioni personali nel suo software di gestione e impedire che il giocattolo ‘scorrazzi’ indisturbato per tutta la casa. Cautela e intelligenza consentiranno, infatti, di evitare che vostro figlio, nel parco, parli o corra dietro a uno Smart Toys pilotato da terzi.

Forensics Team

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